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CIRCUS NOCK (CH): La fine di un'era?


La notizia è di venerdì scorso, ma noi arriviamo solo oggi: il Circo Nock (CH) non esiste più. Si tratta di una notizia pesante per tutto il mondo circense, ancor di più per chi conosce bene questo complesso.

Il Circo Nock aveva previsto inizialmente una tournée ridotta nel 2019, confermando però la normale stagione 2020 per il giubileo dei 160 del complesso. Da venerdì tutto questo non c'è più: il Circo Nock chiude definitivamente dopo 158 anni di storia. I motivi sono molteplici: dalle difficoltà finanziarie ai problemi a trovare piazze adatte, dalla regolamentazione sempre più rigida alla difficoltà di mantenere un elevato standard. 

Poi però è di ieri la notizia (vedi QUI in tedesco) che il canton Argovia, sede dell'azienda Nock, ha aperto una procedura di fallimento nei confronti del circo.

Non vogliamo dilungarci troppo, dedicheremo prossimamente un reportage al Circo Nock e alla sua storia. Vi lasciamo con un articolo di giornale apparso sul quotidiano ticinese "La Regione Ticino", in cui viene interpellata anche Masha Dimitri, figlia del famoso clown e mimo svizzero:
La fine di 158 anni di storia fatta di divertimento, passione, acrobazie, animali: il circo Nock, il più vecchio della Svizzera, ha chiuso per sempre. È stata la stessa la famiglia Nock, le cui origini risalgono al XVII secolo, ad annunciarlo, ieri. I motivi di questa dolorosa decisione, come riferisce l’Ats, sono diversi: i deficit, aumentati nonostante il buon livello di autofinanziamento, poi la concorrenza di altri tipi di spettacoli come concerti, musical, teatro. A questo si aggiungono le sempre maggiori difficoltà a trovare luoghi dove issare il tendone – “in passato i comuni erano felici quando arrivava il circo, ora si ha la sensazione di essere solo tollerati” hanno detto gli organizzatori –, i prezzi di affitto che aumentano di anno in anno, i più severi requisiti necessari per l'impiego di animali, senza dimenticare le proteste degli animalisti, presenti anche in Ticino quando il Circo Nock arrivava in tournée.

“Non è facile compiere questo passo – hanno spiegato i gestori –, ma purtroppo la nostalgia, la professionalità e la passione da sole non bastano più. Non possiamo più garantire l'elevato standard di qualità”.

«Un vero peccato – commenta Masha Dimitri, interpellata dalla ‘Regione’–. Mio papà li conosceva bene: brava gente, che ha provato a adattarsi a questa ondata moderna, il cosiddetto ‘nuovo circo’. Avevano introdotto una regia, un filone poetico. Con semplicità, ma molto bello. Purtroppo non ce l’hanno fatta». Oltre ad essere figlia d’arte, Masha ha vissuto in prima persona la vita itinerante del circo. «È davvero una forma di vita diversa, lo si porta nel sangue. Sono stata in tournée durante cinque anni circa. La mia esperienza di circo classico l’ho fatta nel 1992 con il Knie. Quella stagione giravamo insieme al Cirque du Soleil. Sono stata una privilegiata». Ma oggi i tempi sono cambiati e le difficoltà che hanno portato alla chiusura del circo Nock sono in realtà una tendenza, spiega la figlia del prestigioso clown, che colpisce un po’ tutte le compagnie di circo tradizionale. «Anche il circo Monti ha dovuto fare un cambio radicale, riducendo della metà la loro tournée, perché vedevano che non riuscivano a riempire la tenda. Anche il circo Starlight fa ora una piccola tournée». Ridurre la durata della tournée vuol dire anche dover trovare altre fonti di sostentamento: «Il circo Monti per esempio ha aperto un’impresa di noleggio tende. Sono rimasti un po’ nel loro ambito. Così riescono a compensare l’incasso che non viene più fatto con gli spettacoli». Per il Nock tuttavia non ci sono state più chance ed è giunto alla fine di un percorso durato un secolo e mezzo. «È durissima smettere per un artista di circo – riprende Masha Dimitri –. Quasi impossibile reinventarsi dopo tanti anni. Se non trovano un lavoro nel loro ambito, immagino che faranno molta fatica».

Tra le motivazioni che hanno portato alla chiusura del Nock si citano, in primis, il problema dei costi e le difficoltà burocratiche per piazzare le tende: «È vero, attualmente costa una fortuna ed è tutto più complicato: il montaggio, la pulizia, gli allacciamenti, i permessi, l’elettricità, il controllo annuale dei camion. Sono diventati costi altissimi» assicura Masha, che lamenta inoltre quella che, a suo avviso, è una regolamentazione «troppo rigida» per la questione degli animali. «L’ostilità per il tema degli animali ha fatto male al circo. C’era chi si diceva contro senza nemmeno verificare come venivano trattati. Eppure in ambiti domestici ci sono animali che stanno molto peggio». Il circo Nock «ha provato – ripete Masha – a trovare una nuova strada, e devo dire che non mi dispiaceva per niente il loro tentativo di creare una forma più teatrale. Hanno voluto comprendere i tempi che corrono e adattarsi. Ma anche questo, alla fine, rappresenta costi: gli artisti devono arrivare prima dell’inizio della stagione, va montata la tenda in anticipo, e bisogna soprattutto provare molto di più. Purtroppo non ha funzionato».

Tendone calato per sempre: dopo 158 anni di spettacoli, il Circo Nock cessa l’attività. Colpa della concorrenza, dei costi più alti e delle regole sempre più rigide.

‘È durissima smettere per un artista di circo – ci racconta Masha Dimitri –, ed è quasi impossibile reinventarsi dopo tanti anni, temo che faranno molta fatica’.

Fonte

Daniel Ritzer
TI-PRESS (foto)
both, mystorymag

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